dello scorso 25 Ottobre ed eccomi pronto per partire da Torino nel primo pomeriggio per assistere a Milano al mio decimo concerto dei Dream Theater. Una band storica che ricordo di aver conosciuto musicalmente nei primi anni 90 grazie alla rivista Metal Shock di cui ero un assiduo lettore.
Quella dello scorso sabato è stata una serata importante per i Dream Theater al Forum di Assago di Milano. La prima serata Italiana del loro tour mondiale del 40° anniversario, il loro primo spettacolo qui da noi e completamente da headline e soprattutto i loro primi spettacoli dal vivo con il batterista originale di ritorno e membro fondatore dei Dream Theater, Mike Portnoy, in oltre 14 anni di mancanza e sostituito in precedenza dal talentuoso Mike Mangini, che ora si dedica ad una carriera da turnista e che lo scorso anno ha pubblicato un suo album dal titolo “Invisible Signs”.
Il 25 ottobre 2023, i Dream Theater annunciarono che Mangini avrebbe lasciato la band e che il loro ex batterista Mike Portnoy sarebbe tornato al suo posto. La partenza fu amichevole, poiché Mangini dichiarò che il suo incarico era stato "un'esperienza intensa e gratificante" e che era grato di aver avuto "esperienza suonando musica con questi musicisti iconici, così come alcuni momenti divertenti conditi con umorismo".
Tornando alla scena di sabato scorso, posso dire che uno spettacolo di questa importanza avrebbe avuto bisogno di una scaletta molto speciale e infatti i Dream Theater hanno fatto centro, colpendo in pieno il bersaglio, con un pubblico molto attento che era venuto da tutto il nord Italia e dalla vicina Svizzera per vedere questo spettacolo che si preannunciava indimenticabile.
Effetti scenici sul drop, che nasconde il palco, tra le note di “Psycho” (tratto dall’omonimo film di Alfred Hitchcock) ed appena viene lasciato andare giù si inizia con quella che è probabilmente la canzone più importante “Metropolis Pt. 1: The Miracle and the Sleeper”. Subito si capisce che è come se Portnoy non se ne fosse mai uscito dalla band.
Come spesso accade, il successo degli spettacoli dal vivo dei Dream Theater è solitamente dovuto al frontman James Labrie, è in ottima forma questa sera, un po' su di giri in alcuni punti, ma è un cavillo da parte di uno che va agli spettacoli dei Dream Theater da 30 anni. Passare direttamente da “Metropolis Pt 1” alle prime due canzoni di “Metropolis Pt 2: Overture 1928” e “Strange Deja Vu”, è stato fantastico. La scaletta, come prevedibile, ci presenta un buon repertorio dei Dream Theater.
“The Mirror” suona alla grande, una delle migliori performance di James della serata. A seguire il ritmo martellante di “Panic Attack” consente alla leggendaria sezione ritmica riunita di Portnoy e John Myung di ricordare a tutti che coppia fantastica sono stati e lo sono tuttora, mentre “Hollow Years” mette in mostra il lato più soft della band altrettanto bene dopo un assolo molto piacevole di John Petrucci e del mago delle tastiere Jordan Rudess.
Durante il concerto mi sono chiesto se i Dream Theater avrebbero mantenuto ancora qualche song degli anni insieme a Mike Mangini nella scaletta. La risposta è arrivata presto con l'esecuzione di “Barstool Warrior” tratto dall’album “Distance over time” del 2019 e “This Is The Life” dall’album “A dramatic turn of events” del 2016 accolte anche esse calorosamente dal pubblico, Una martellante interpretazione di “As I Am” ha mandato i Dream Theater in una pausa di 20 minuti e la seconda metà ha avuto un inizio grandioso con la prima interpretazione dal vivo in Italia del nuovo singolo “Night Terror”.
La seconda metà ha presentato alcuni pezzi storici dagli archivi dei Dream Theater rispetto alla prima metà del loro show, in particolare, la combinazione di “Vacant” e “Stream Of Consciousness” da “Train Of Thought” del 2002 ha avuto un successo strepitoso. Quest'ultimo, strumentale, in particolare dimostra che i Dream Theater quando sono sincronizzati in questo modo sono la più grande band al mondo di musicisti professionisti nel genere prog metal.
Per quanto impressionante fosse tutto ciò che era venuto prima, non sarebbe stato uno spettacolo per l'anniversario dei Dream Theater senza che la band eseguisse uno dei suoi pezzi epici da oltre 20 minuti… ecco che le note iniziali di “Octavarium” prendono il sopravvento, i successivi minuti volano via in una sbalorditiva esibizione di prog metal al suo meglio. I ritornelli finali di "Trapped Inside This, Octavarium" vengono pronunciati con tale forza da Labrie che è la ciliegina sulla torta.
Ecco ora sui megaschermi la proiezione del videoclip di “The Wizard Of Oz” in un punto specifico del film, che ci diceva: “There’s no place like home (Non c'è nessun posto come casa)”. Passando subito ad eseguire il brano “Home” tratto da “Metropolis Pt 2”, questo è stato probabilmente il momento clou della serata, guardando l’intero Forum di Assago cantare a squarciagola una delle canzoni chiave dell'indiscutibile miglior album dei Dream Theater. A questo punto mancavano 15 minuti alle 23:00 ora di termine del concerto, ecco le prime note della canzone che io amo di più in assoluto e di certo non poteva mancare la mitica “The Spirit Carries on” cantata dall’inizio alla fine all’unisono da tutto il pubblico e che ha illuminato il Forum con le luci dei cellulari. Di seguito ecco partire le note di “Pull Me Under” e con questa canzone è il modo migliore e perfetto per far calare il sipario su una festa lunga tre ore in cui è quasi impossibile trovare difetti.
Non mi rimare che dire: grazie Dream Theater, siete stati fantastici e avete offerto a me ed al pubblico presente un concerto indimenticabile.