Interview

Alberto (OH VERLAINE)

Assenzio. Oppio. Bohemien. Vintage. Gli Oh Verlaine vengono partoriti da loro stessi nel 2003. Dinamici e versatili nell’abito dei live, vengono trapiantati su alcune radio. Si tratta di Indie/Alternative Metal: nulla di decadente, nulla che va a finire nella satirica drammaticità.

Nel 2007 viene concepito geneticamente il loro primo album: Apparire in Sogno, distribuito da Dedalo Sound, carico di capriole poetiche, esperienze, sperimentalismi e melodie al fiocco di neve. Cliccare qui.

 


Tourette: è un fatto che il nome della vostra band deriva da uno dei famosi poeti maledetti dell'800; forse parrò cretino come Gigi Marzullo: perché avete inserito anche un languido "Oh"?
Alberto: è un'ode ad un poeta, ad una figura importante non solo come scrittore ma anche come personaggio. Ecco il perché di "Oh" davanti: nella pratica si veniva da un'esperienza denominata "Overland" (come Oh Verlaine siamo attivi dal '03). Visto che due membri, me compreso, sono rimasti gli stessi, si è deciso ad un cambio parziale, dove si potesse mantenere quasi inalterato il suono, ci piace giocare con le parole e l'assonanza tra Overland e Oh Verlaine era carina… in più ci permetteva di passare dai camion alla poesia con molta scioltezza [ride].


Tourette: in Italia c'è una rigogliosa costellazione di gruppi Indie/Alternative Rock: quali fattori (a parte i vostri gusti) vi hanno spinto ad intraprendere questo genere?
Alberto: è una domanda difficile, fondamentalmente credo sia una questione di gusti difficile da ricercare in altre cause… certo non è per la fame di successo [ammicca].Suoniamo quello che ci viene fuori istintivamente: l'idea è quella di canzoni rock, melodiche e perché no, aggressive. Io adoro la linea melodica in una canzone, mi piace pop, jazz, classica, rock, l’importante ci sia una melodia accattivante e mi piace quello che hanno fatto i Muse o i System Of A Down: melodie fottutamente orecchiabili ma impatto sonoro notevole.


Tourette: la faccio veramente a tutti quelli che intervisto, questa domanda, ciò nonostante nel vostro caso ha un filo logico molto personale: cosa raccontano i vostri testi?
Alberto: i testi partono inevitabilmente da un qualcosa di autobiografico. Di solito è una traccia, non sono dei racconti fedeli di un avvenimento… non sono storie vere ma, credo, verosimili… sono degli stati d'animo. C'è il testo introspettivo, cupo, c’è quello più incazzato.Il mio motto è: quando sono felice vivo, quando sono triste scrivo. Penso che quando sei in una fase negativa, pensierosa, dubbiosa, hai bisogno di esternare, scrivere diventa un modo di confrontarsi con se stessi, di mettere a nudo certe cose, e anche, perché no, esorcizzarle.


Tourette: questa mattina ho ascoltato dal vostro myspace una portentosa dose di canzoni, ho avvertito echi di alcuni gruppi che si sono già affermati: da quali siete stati prevalentemente persuasi?
Alberto: Be’, cantando in italiano è facile l'accostamento agli Afterhours o ai Verdena, Marlene Kuntz. Andando oltre confine, direi il rock degli anni ’70.Personalmente adoro Neil Young, i Who, i Led Zeppelin.


Tourette: adesso mi sta suonando nella testa la vostra “Pallida Luna”. L’inizio è particolarmente bello, mi ci identifico. Ad ogni modo, a parte i gruppi Indie/Alternative Rock che sono già emersi e che hanno abbracciato la filosofia di MTV e derivati, come vi risulta la scena rock underground italiana?
Alberto: Be’, Internet, myspace and company hanno permesso a moltissimi di mettersi in vetrina. Questo è molto bello, è importante dare la possibilità alla gente di esprimersi, la possibilità di essere ascoltati… ci sono davvero tantissimi gruppi che fanno buona musica, secondo me. Vale la pena ogni tanto fermarsi ad ascoltare: si trova sempre qualcosa di interessante.


Tourette: come lavorate ad un vostro brano, mirate più al testo o alla base? Su quale strumento volete rendere più marcata la canzone?
Alberto: il testo viene solitamente per ultimo: prima lavoriamo sulla struttura, sulla linea melodica e poi come ultimi tasselli ci sono le parole… a volte esistevano già in un quaderno di appunti, a volte nascono dalle sensazioni che la musica stessa porta. Be’, poi non è che ci sia uno strumento che deve marcare di più la canzone, considerando che siamo solo batteria basso e chitarre tra l'altro sarebbe anche molto semplice [ammicca, incoraggiandomi].


Tourette: che rapporto (rigorosamente non sessuale, altrimenti sareste accusati di voyeurismo pagano) avete con la religione?
Alberto: Be’, qui posso parlare per me, non me la sento di fare un discorso generico per tutto il gruppo… trovo la religione una cosa strettamente intima e personale, un po' un rapportarsi al mondo con uno sguardo più saggio e, a volte, più bacchettone. Senza fare discorsi socio-politici: siamo in Italia, dove c'è la sede del Vaticano, quindi la religione (cattolica) ha sicuramente svolto un ruolo di primo piano nella maturazione delle nostre coscienze [aureola].

Tourette: ho letto che vi esibite prevalentemente nel vostro nord, e allora io dico: che, per caso è possibile venire a trastullarvi anche al sud?
Alberto: [sorride] se ci invitano, volentieri!

Tourette: a vostro (tuo) parere, quest’Italietta di Totò Cutugno e Riccardo Cocciante, ma anche di De Andrè e di Giorgio Gaber, è un terreno sterile o fecondo per il rock?
Alberto: secondo me ce la si fa. Ci sono stati sempre dei buoni esempi, mi ricordo quando i CSI [Consorzio Suonatori Indipendente,ndr] uscirono con T.R.E. [Tabula Rasa Elettrificata, ndr] direttamente al primo posto della classifica dei cd venduti. La PFM [Premiata Forneria Marconi, cristo] fece la tournè negli States. Anche gli Afterhours, i Verdena e Marlene Kuntz in giro per l'Europa. Il rock italiano è valido ed è anche esportabile. In Italia c'è musica di qualità come in altre parti del mondo, forse siamo un po' più tardoni come ascoltatori, come consumatori di musica [non solo di musica, ndr], nel capire questo.


Tourette: ci sono mai state incomprensioni fra te, Francesco e Mauro, oppure siete una vera e propria catena di montaggio che sa come lavorare?
Alberto: incomprensioni ci sono state, ci sono e ci saranno sempre, come in tutte le migliori famiglie… si discute parecchio, ma questo non rallenta particolarmente il progetto. L’importante è esserne tutti convinti, così da remare nella stessa direzione. Le divergenze è meglio metterle sul piatto: così si affrontano e si superano.


Tourette: c’è a chi muta radicalmente la propria esistenza e a chi resta statica. Una vita senza cinetica è sociale quanto la noia, e allora mi viene da chiedere cosa vi è cambiato da quanto suonate (a parte il portafogli). E mi viene da domandarvi anche cosa fate nella quotidiana e conforme vita.
Alberto: suoniamo da sempre… credo ormai faccia parte di noi, è una passione che cerchiamo di sposare con i nostri rispettivi lavori, ovvero: il chimico (Mauro), l'impiegato (Francesco) e il rappresentante (io).

Tourette: sono passati cinque anni dal vostro primo EP [La sibilla ama gli scacchi, ndr], cosa si è trasformato in questo periodo, avete idea che siete cambiati?
Alberto: si, siamo cambiati, anche perché nel frattempo due su tre da studenti fancazzisti [l’esperto dice: i fancazzisti non fanno un cazzo, ndr] sono entrati nel mondo del lavoro, ma soprattutto siamo cresciuti musicalmente, grazie alle diverse esperienze in studio di registrazione e ai molti live.


Tourette: non vi vedo mammalucchi e fradici, mi apparite decisi. Forse anche ambiziosi. Quali sono i vostri piani di lavoro sia discografici che palcoscenici?
Alberto: attualmente stiamo preparando i pezzi nuovi, ne abbiamo in cantiere già una dozzina. Abbiamo contatti, poi, con un produttore e con un paio di etichette alle quali sottoporremo una prima bozza in autunno. Poi si vedrà… se sono girasoli, gireranno.

Tourette: benvenuto nell’angolo della banalità, dove le domande si esauriscono e la liquidazione è vicina: preferite lo studio o i live?
Alberto: sono due prospettive affascinanti dello stesso quadro, visto che dentro di noi, però, c'è comunque un animale da palco. Mi sentirei di direi che il live è il posto migliore dove ogni tanto liberarlo per farlo scodinzolare felice.


Tourette: ti faccio questa domanda per esperienza personale (rigorosamente attiva). Come venite trattati dal pubblico? E da cosa è composto questo pubblico? Nel senso se è fatto di puzzolente spirito adolescenziale, se è pretenzioso e fetido di maturità e quant’altro.
Alberto: fortunatamente non veniamo trattati a pomodori in faccia, questo è già un buon punto di partenza. C'è capitato di tutto: da adolescenti "poganti" su alcuni pezzi e signori seduti e attenti. Non so sinceramente se veniamo capiti di più dai teenager o da un pubblico più grandicello. Forse in percentuale direi più questi ultimi.


Tourette: questa è la fine. Vuoi aggiungere qualcosa che non ti ho fatto dire?
Alberto: solo un po' di pubblicità, se possibile. Consigli per gli acquisti: "appare in sogno", il nostro ultimo cd disponibile su iTunes è su tutti i più importanti eStore, distribuito da Dedalo Sound.


Tourette: ora ci appare Maurizio Costanzo con per sottofondo la musichetta del suo MCS, mentre ci punta contro l’indice ammonitore. L'intervista qui si spegne. È durata un'ora e mezza, spero che le tue facoltà siano rimaste sane e immuni. Lo staff di BLACKZine ti saluta, caro.
Alberto: è stato un piacere!

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