
Titolo: Silent Hill: Revelation
Regista: Michael J. Bassett
Sceneggiatura: Michael J. Bassett
Attori principali: Adelaide Clemens, Kit Harington, Sean Bean, Radha Mitchell, Deborah Kara Unger
Anno: 2012
Durata: 94 minuti
Anno Nuovo, vecchia storia.
La frase con cui potremmo cominciare questa prima recensione del 2013 ha in se la splendida e sarcastica retorica dei Simpson.
“Quando impareremo?” – ci si potrebbe chiedere, alla luce dei recenti (e deludenti) fatti che NON hanno scosso il Mondo intero. Ma, se sopravvivere alla profezia Maya vi ha reso più felici e sollevati, forse non siete tra gli “illuminati” che hanno ricevuto un’inquietante
epifania di fine Ciclo
Cosmico: “la cosa peggiore che possa succedere il 21 dicembre del 2012 è che non succeda assolutamente nulla!”. Quando ho realizzato questa verità assoluta però non avevo calcolato il fatto che, se l’umanità si fosse realmente estinta, l’ultimo film che avrebbe lasciato la mia memoria terrena, sarebbe stato proprio Silent Hill: Revelation.
E io davvero non posso pensare a una fine peggiore di questa.
Il primo capitolo della neo-saga (speriamo più breve della versione digitale) era apprezzabile e con qualche spunto splatter. Jodelle Ferland, la Sharon/Alessa protagonista della storia, è forse la bambina più famosa è più apprezzata del genere horror e il finale era un’ottima orgia di sangue, da gustare con patatine o pop-corn a volontà. Cosa poteva aggiungere, allora, un secondo capitolo alla timeline della città fatta di cenere e rimorsi? Assolutamente niente.
Se non un cast sotto tono (il solito Sean Bean non più tanto “epico” come del Signore degli Anelli), effetti speciali riciclati (le infermiere, bellissimi e tormentatissimi mostri di una delle più belle sequenze del Silent Hill originale, sanno di vecchio) e una storia senza brividi. Il grande e imperioso guardiano dalla testa piramidale ormai è quasi passato dalla parte dei buoni e gli antagonisti zombeschi sono pochi, disorganizzati e fiacchi. Al termine del film mi sono seriamente chiesto chi fosse il “boss finale” della pellicola (che essendo la trasposizione di un videogame deve averne uno, possibilmente bello grosso e apparentemente invincibile). Spoiler della storia in breve, ovvero “il Bignami del cinema di serie B”:
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Alessa/Sharon è cresciuta e vive in perenne fuga, con un padre sempre più preoccupato e più stanco, nel pietoso tentativo di sfuggire alla Confraternita di invasati del Male (per chi fosse rimasto al primo film e non avesse nessun feedback della serie di VG c’è da chiedersi come abbiano fatto alcuni di quei simpatici puritani a sfuggire al massacro nella chiesa). La madre è ormai scomparsa nei meandri dell’universo polveroso e parallelo di Silent Hill (il magico sigillo che le ha permesso di riportare Alessa alla realtà è un espediente quantomeno ridicolo, a mio parere) e anche il povero papà viene presto tolto dalla scena, per lasciare posto alla terribile e inutile antagonista femminile del film: Claudia Wolf (Carrie-Anne Moss di Matrix). Questa biancastra strega è la sorella della compianta Chirstabella, cattiva del primo capitolo di Silent Hill finita violentata e smembrata da una selva di filo di ferro arrugginito (Christabella, ricordiamo benissimo essere la sorella di Dahlia Gillespie, la vera madre di Alessa). Claudia intende risvegliare un misterioso e mai precedentemente citato nell’altro film, Dio Supremo che dovrebbe riportare il Paradiso in Terra. Un certo Vincent, ragazzo devoto al Culto e geneticamente frutto di un’evidente endogamia (non risulta infatti un personaggio particolarmente sveglio) si avvicina a Sharon nel tentativo di riportarla a Silent Hill con l’inganno. Ci ripensa ma riesce comunque nell’intento iniziale a causa del rapimento del padre di Sharon/Alessa. Si ribella, viene torturato e alla fine muore in un sacrificio necessario (ma banalissimo) verso la fine del film. Sharon incontra di nuovo l’Alessa “cattiva”, fonte di ogni male e tormento di Silent Hill e successivamente (lascio parte della trama da svelare a chi lo vedrà) affronta Claudia e la sconfigge (in realtà con l’aiuto del fenomenale Testa a Piramide che interverrà ad aiutarla - se volete sapere il perché, guardate il film). Dissolvenza, fine.
Sono stato volutamente lacunoso e impreciso per sottolineare con violenza come questo film sia incoerente, poco interessante e vuoto di trama, idee, personaggi e coerenza. Termino la mia scheda con un piccolo fattore positivo: per quanto la regia sia da criticare, Silent Hill; Revelation ha mantenuto quell'atmosfera cupa e lenta che mi aveva piacevolmente colpito nella prima pellicola. La realtà vivida dei colori caldi e accesi dei “vivi” contrasta con forza con quella oscura e a tratti grigia e fredda dell’universo parallelo di Silent Hill.
Un motivo per vedere Silen Hill: Revelation: essere un amante patologico del videogioco e un collezionista di momenti banali e noiosi. Non mi viene in mente altro…
Un motivo per non vedere Silent Hill: Revelation: sotto tono, scontato, una pellicola che è, di fatto, uno straccio sbiadito e riciclato della cinematografia horror moderna.
La mia personale conclusione: speriamo che il 2013 ci riservi poche delusioni e molte ottime pellicole. Dimentichiamoci Silent Hill e pensiamo e quello che ci riserverà la nuova stagione (attenzione al prossimo film di Guillermo Del Toro, sarà una bomba!).
Prima avvertenza del 2013: le mie sono solo schede acide e sarcastiche, frutto dell’opinione di chi spesso, dopo aver visto troppi film, ha scarsa capacità di entusiasmarsi per le medie-produzioni artistiche. Guardate questo e tutti gli altri film e ditemi la Vostra opinione, che rimane l’unica davvero insindacabile.
Silent Hill: Revelation si prende 2 Kubric su dieci (2/10) perché non ho propriovisto dove sia la RIVELAZIONE. Delusione.
Mens super omnia, mens insita in omnibus.