Monday, 05 September 2022 18:18

Live Report 2 giorno NOVAROCK 2022 [Nickelsdorf - Austria]

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La vera rinascita.

Quando per troppo tempo si è rimasti come sepolti ma non ancora morti, quando

per quasi tre lunghi anni si è atteso il vero risveglio, cercando l’antidoto al rivedere la vita passivamente solo attraverso gli schermi dei cellulari o dei pc, può sembrare strano, quasi come si avesse sviluppato una agorafobia latente e che stranisce.

Con l’arrivo sul blue stage dei The Last Internazionale finalmente arriva il sole e con esso la essenza della vita ritorna a scorrere nelle vene.

Da prima timidamente per poi aprirsi come una diga crollata l’energia ritrovata travolge il solco nell’anima che troppo tempo è rimasto arido.

Purtroppo per problemi tecnici hanno suonato veramente poco ma i newyorkesi dimostrano quanto di buono sanno proporre fino a suonare nei maggiori festival e portare ad aprire fra un paio di settimane ai Kiss in Vienna.

Si cambia stage e arrivano quelli che oramai hanno preso la residenza, gli Epica.

Col loro sound collaudato, la band capitanata da Simone Simons non sbaglia praticamente niente con una pulizia dei suoni e della voce eccellenti, che fanno ben divertire la platea che grazie anche agli ultimi arrivi della mattina avvicina la percezione del Sold Out annunciato ben prima dell’avvento del Novarock.

Oramai tutta l’area disponibile è coperta dalla gente, e si respira veramente la gioia e l’assenza del pudore nel mostrarsi liberi, di costumi , di pensiero, di divertirsi.

I nostrani Maneskin irrompono a fine pomeriggio e fanno man bassa di un pubblico adorante.

Forti di un suono semplice ma potente, di canzoni oramai conosciute ben oltre i confini, bissano l’esperienza di suonare a un festival organizzato dai manager del Novarock.

Il basso potente e la batteria danno una cadenza semplice, orecchiabile ma con la potenza di un dinosauro che passo dopo passo, beat dopo beat, polverizza la platea e la fa sua. Questa caratteristica fa in modo che il cantante e il chitarrista possano giocare con il pubblico senza mai dover temere di avere dei vuoti. Come dei moderni icaro spiccano il volo supportati dalle due ali della sezione ritmica.

I detrattori hanno ragione soltanto della loro propria miseria. Per un’ora abbondante i Maneskin hanno dominato. Punto. Cono canzoni si semplici e orecchiabili, ma con una presenza e una coesione rara.

Ottimi. Veramente. Meritano l’amore che il pubblico gli offre e che loro ripagano con delle prestazioni live di gran livello.

Scende la notte.

Piano piano l’attesa di uno dei gruppi oramai storico del metal americano diventa spasmodica e nel Red stage potresti svenire rimanendo in piedi.

Silenzio quando i Korn salgono sul palco per poi scatenarsi in pogo devastante per tutta l’ora che hanno a disposizione.

Le pazze istruttrici di fitness hanno solo da imparare su come si fa saltare la gente e gli si fa consumare calorie, grassi, vitamine, litri di birra in corpo da tutto il giorno e anche il colesterolo malefico del cibo dei vari food truck.

Tutto viene polverizzato. I Korn fanno tremare anche i defunti guerrieri delle guerre cristiano-ottomane che riposano nelle lande della Pannonia.

La sera fa spazio alla notte e soltanto gli irriducibili del divertimento lasciano riposare le ossa quando ormai l’alba fa capolino dietro la selva di pale eoliche.

 

 

 

 

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