Interview

Intervista a NOYSE [PUNKREAS]

Dopo il concertone a Montecosaro scalo al Mind Festival abbiamo intervistato "Noyse" il chitarrista dei PUNKREAS sempre disponibilissimo e simpaticissimo... ma ora ecco l'intervista tanto attesa!


-Come sono nati i Punkreas?

Io sono entrato nel ’90 /’91 quindi circa 2 anni dopo della nascita del gruppo che è nato da un idea di Paletta e Cippa che stavano nella stessa scuola, lavoravano insieme e hanno deciso di fare un gruppo punk.

-Come era la musica dell’epoca?

In quegli anni andava molto forte il metal tipo Iron Maiden che, d’altronde, anche noi ascoltavamo e tant’è che spesso la gente ci chiedeva

il perché della nostra scelta punk-rock ispirato ai Bad Religion che non andava per niente per la maggiore , poi a metà anni novanta con l’avvento dei Green Day, Offspring molti hanno iniziato a suonare questo genere e della gente ci ha detto che facevamo questo genere perché andava di moda così ribattevamo dicendo che quando abbiamo iniziato non se lo cagava nessuno ; ecco a noi piaceva questo stile e lo abbiamo seguito nonostante all’epoca non andasse per la maggiore.

 

-Che musica ascoltavate, cos’è che vi ha influenzato nella vostra scelta musicale?

Io sono il chitarrista e quando sono entrato nel gruppo nel ’91 suonavo hard rock e Cippa mi ha massacrato di Bad Religion che ovviamente ci ha influenzato particolarmente, oggi ognuno di noi ascolta musica differente, a me piacciono alcune cose degli Hives e degli Strokes quindi un misto ,anche i Jet che ho visto dal vivo e c’è da dire che ascoltiamo più i live rispetto ai dischi. Oggi con internet tutti hanno la possibilità di ascoltare musica, ma ascoltare musica dal vivo è un'altra cosa.Sai che noi abbiamo suonato con i Motorhead una volta, politicamente parlando siamo un po’ distanti, però ci piacevano tanto, abbiamo anche fatto una cover di Ace of Spades, d’altronde abbiamo un anima punk ma anche un po’ metallara.

-Siete stati anche chiamati da Dario Fo, com'è avvenuto questo avvicinamento?

E’ stato molto bello, eravamo a questa manifestazione contro la base americana vicino Vicenza e Dario Fo aveva bisogno di qualcuno, il mio manager mi prende e mi dice che lui è il più grande bluesman Italiano e ovviamente io lo sapevo già, così dovevamo fare questo pezzo insieme e, nonostante non avessimo mai provato, improvvisando è uscito particolarmente bene e Dario Fo era contentissimo anche perché non ci conosceva e disse “sono bravi questi ragazzi, si chiamano Punkreas, segnatevi il nome” cioè ci aveva scambiato per ragazzini, invece eravamo già una quindicina di anni che suonavamo, comunque è stato molto bello, lui è una persona meravigliosa.

-Come pensi sia cambiata la musica in generale, in questo momento?

Sicuramente ha influito molto internet dal punto di vista dei fruitori che hanno tantissima scelta e avendo a disposizione molto materiale tendono a non affezionarsi in più ho una critica da fare ai giovani gruppi perché iniziano già con l’obbiettivo della visibilità perché sanno che con internet possono averla, quando abbiamo iniziato noi lo scopo era il divertimento, per fare ciò che ci piaceva, per esprimere le nostre idee, per tirare fuori l’energia, invece oggi escono dei prodotti che sono già confezionati per avere visibilità e il risultato è meno vero e sincero per cui dura meno, e questo è il cambiamento sostanziale di oggi, inoltre prima potevi goderti il tuo vinile mentre sfogliavi la copertina ed era un momento quasi sacro, mentre oggi grazie ad internet c’è molta più disponibilità ma meno affezione.

-Che sacrifici avete dovuto effettuare durante la vostra carriera?

In realtà durante la nostra carriera abbiamo sempre fatto un passo alla volta, i sacrifici più duri sono quelli che ci hanno chiesto di fare delle cose che avrebbero favorito il mainstream, il grande pubblico, cose del genere, ma noi non le abbiamo fatte anche perché forse non le avremmo sapute fare, noi sappiamo fare bene ciò che facciamo, non avremmo saputo fare canzoni molto melodiche con testi d’amore che vengono considerati adulti anche se non so per quale motivo. I testi dove noi trattiamo tematiche vere, che riguardano le persone, vengono ritenute giovanili e questo non l’ho mai capito. Chi gestisce i vertici della discografia Italiana cerca di imitare cose che hanno funzionato senza alcuna passione e noi non vogliamo questo, noi cerchiamo di crescere e di creare sempre cose nuove. Abbiamo detto di no al Festivalbar perché non era in diretta, forse avremmo fatto Sanremo perché dobbiamo sentirci in grado di sovra determinare la situazione e per lasciare il segno per quello che siamo senza farci pilotare, nessuno può permettersi di dirci ciò che dobbiamo fare quindi abbiamo la responsabilità e anche la colpa delle nostre azioni.

-Come nascono le vostre canzoni, avete uno stile ben preciso o partite da un riff o un testo?

Tendenzialmente si parte da un riff o qualcosa che ci piace poi aggiungiamo i testi, ma ultimamente per crescere e provare cose nuove stiamo anche sperimentando la partenza da un idea di testo per poi costruirci la musica intorno comunque per la maggiore prima si parte dalla musica.

-Cosa preferite della vostra carriera, andare in studio, fare i live, video?

Qui ognuno ha la sua idea, io odio fare i video soprattutto se siamo noi i protagonisti perché è una rottura devastante, ricordo quando abbiamo fatto il video in autostrada e dalle nostre parti faceva un freddo assurdo, abbiamo passato tutta una giornata al freddo per girare questo video e quando sono tornato a casa ho dovuto mettere i piedi nell’acqua calda per scongelarli. Personalmente ciò che mi piace di più è fare i live per il contatto con la gente e per l’atmosfera festosa. Anche la composizione di pezzi nuovi è eccitante, quando senti i brividi sul corpo e capisci che quel pezzo che stai facendo è molto bello, è diverso da quando poi si passa alla registrazione che per me è noiosa, perciò per me i momenti più belli sono la composizione ed i live.

-Cosa avete in mente per il futuro musicalmente parlando?

Noi stiamo già lavorando a dei pezzi nuovi, abbiamo la fortuna di avere sempre questa voglia di sperimentare e divertirsi infatti facciamo un album ogni 2/3 anni perché siamo sempre impegnati con i live.

Abbiamo un nostro studio dove facciamo le prove ed abbiamo preparato un sistema di registrazione per cui ci divertiamo molto a metter giù delle parti, a studiarcele, cambiarle, facciamo tutta la pre-produzione comunque fino ad ora siamo sempre stati in un altro studio per la registrazione, quindi da noi è più un discorso di pre-produzione piuttosto che di registrazione però è molto divertente ed arriviamo a registrare un disco molto preparati perché già gli arrangiamenti, le soluzioni, abbiamo già tutto ben stabilito.

 


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